Due ragazze dormono vicine

Ti aspetto…

Quando senti di voler proprio dire qualcosa a qualcuno, anche se non lo conosci…

– Vabbè, ma come potrei mai presentarmi, scusa? “Ciao, piacere… cosa mi volevi dire?” No, dai… non va! Mica voglio passare per pazza. Che poi manco mi conosci, voglio dire: cosa ne sai di cosa ne saprai in quel momento?
– Probabilmente niente.
– Appunto.
– Cosa?
– Che faccio, vengo senza essere sicura che tu ne saprai qualcosa? Mi presento… e poi? Non lo so, mi sembra così difficile… Poi io sono piuttosto smemorata, giuro! Potrei anche dimenticarmi del tutto di venire. Magari questa tua visita andrà a vuoto. Ecco.
– Potrebbe darsi.
– Appunto. Non c’è un altro modo? Voglio dire: se mi dimenticassi di venire?
– Hai idea di quante volte io sia già passata qui da te? Di quante volte ci siamo già incontrate?
– Almeno una ventina. O meglio, nessuna. Questa è la prima volta. Credo. Lo vedi che dimentico facilmente?
– Non preoccuparti, io sono tenace.
– Certo, figurati… chi si preoccupa… Tu continua a farti i tuoi viaggi a vuoto e io continuo ad ignorarli, facciamo così.
– Ma davvero non ricordi niente di me, di chi sono?
– Beh, ecco… So che ti ho già vista, anche se è la prima volta che ti vedo. So come ti chiami, anche se ora non mi torna in mente. So che lavori in un locale dove ci sono due… tre sgabelli azzurri, anche se non sono mai stata lì. So che ami le alici fritte e non chiedermi come faccio a saperlo.
– Non chiederlo a me, non le ho mai assaggiate!
– Dovresti!
– Sono vegana.
– Però, anche te… rendi le cose difficili! Non è che fai finta di fare l’amica e sotto sotto sei qui per tormentarmi?
– Se volessi tormentarti farei ben di peggio, fidati.
– Mah, fidati… Ti ho mai chiesto perché lo fai?
– No.
– Beh?
– Cosa?
– Perché lo fai? Perché mi vieni a trovare?
– Perché ho voglia di conoscerti. Davvero, intendo. Oltre il Qui.
– Chissà cosa potrò mai darti, oltre il qui.
– Sono io che ho qualcosa da dirti.
– Ma allora non puoi dirmelo qui? Non la facciamo più semplice?
– No, lo dimenticheresti. Invece serve alla tua vita lì, non qui. Qui lo sai già quello che ti voglio dire.
– Sì, però… si fa complicata la cosa.
– No, è molto semplice. Tu vienimi a trovare. Domani, tra un mese, tra un anno… quando sarà, tu vieni.
– Non ci facciamo un giro, ora?
– Io sto andando. Ricordati.
– Bella! Ma come faccio?
– Scrivi, senza nemmeno aprire gli occhi. Prendi la penna e scrivi.
– Adesso vado a vedere nella stanza viola, o era meglio il vestito verde… Aspetta… io stavo… Hey! Non andare! Aspetta! Il tuo nome!
– Lo sai!
– Lo so che lo so! Ma l’ho dimenticato! Dai! Mi devo concentrare. No, niente fiori, non metterti a pensare ad altro. Concentrati. Aaah! Quanto vorrei non dovermi svegliare!

Ti Aspetto… © 2022 by Irene Tortoreto aka Irene T. Lachesi is licensed under Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International

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